Alessandro De Carlo
Nato nel 1983, Alessandro De Carlo segue la propria passione per la psicologia, specialmente quando applicata nei contesti lavorativi, sociali e politici, e finalizzata a migliorare la qualità della vita delle persone, la performance, la gestione delle difficoltà e l’agire in gruppo.
Dopo la laurea e il Ph.D. conseguiti tra l’Italia, il Regno Unito e la California, inizia l’attività di ricerca e insegnamento universitario. Attualmente è docente all’Università LUMSA di Roma, presso la quale è anche condirettore del Master in Criminologia Applicata e Psicologia Forense e coordinatore del Master in Gestione delle Risorse Umane. Inoltre è psicoterapeuta e docente nell’Istituto di specializzazione in psicoterapia PSIOP di Padova. È membro del board di riviste scientifiche e di convegni internazionali ed è autore di numerose pubblicazioni in tema di gestione delle risorse umane, scienze forensi e psicologia sociale.
Parallelamente all’attività accademica, porta avanti quella imprenditoriale amministrando un’azienda che offre servizi nell’ambito della gestione delle risorse umane, entrando così in contatto con grandi aziende e associazioni di categoria.
Nel 2014 viene eletto Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, diventando il più giovane presidente di un ordine professionale in Italia. Nello stesso anno viene eletto Segretario dell’Ordine Nazionale degli Psicologi, nel quale ha anche il ruolo di referente per gli affari internazionali, in particolare la rappresentanza in EFPA – la Società Europea di Psicologia, in IUPsyS – la Società Mondiale di Psicologia e la presidenza del Comitato per il Certificato Europeo di Psicologia – Europsy. In qualità di rappresentante della psicologia italiana in Europa ha lavorato con le istituzioni europee a Bruxelles con l’obiettivo di migliorare la mobilità tra i Paesi membri dell’Unione e l’accesso ai fondi europei per i professionisti e gli studi associati.
Dal 2016 è segretario del CUP – Comitato Unico delle Professioni del Veneto, nel quale porta l’esperienza maturata con gli psicologi a favore di tutti i professionisti veneti.
Nella veste di rappresentante della professione, ha investito fortemente sulla divulgazione dell’importanza della psicologia e della professione psicologica nella società attuale, anche istituendo eventi che tuttora vengono realizzati: il Premio per l’Innovazione in Psicologia, la Settimana dell’Informazione Psicologica del Veneto e Creativity: Psicologia, Design e Tecnologia.
Alessia Cerantola
Alessia Cerantola è una giornalista d’inchiesta, autrice di servizi legati in particolare all’Asia. Attualmente lavora per Report, programma televisivo di Rai 3 e collabora con Outlook, programma radiofonico di BBC World Service. È co-fondatrice del centro di giornalismo d’inchiesta italiano IRPI (Investigative Reporting Project Italy) e del podcast di notizie dal mondo di Radio Bullets, ed è membro italiano di ICIJ (International Consortium of Investigative Journalists).
Ha iniziato a collaborare con il settimanale Internazionale nel 2007 e da allora i suoi servizi sono stati pubblicati e trasmessi dalle principali testate italiane e internazionali, inclusi the Guardian, il Japan Times, Al Jazeera, Il Sole 24 Ore e il TG di La7. Per i suoi lavori ha vinto diversi riconoscimenti tra cui il premio per la libertà di stampa di Reporter sans frontières e Unesco (Austria), il premio “Tomassetti” e il premio corrispondente speciale “Florido Borzicchi”. Nel 2016 ha fatto parte della squadra giapponese dell’inchiesta Panama Papers, che ha ricevuto il Premio Pulitzer 2017.
Andrea Pennacchi
Teatrista dal 1993, quando il viaggio è iniziato col Teatro Popolare di Ricerca – Centro Universitario Teatrale di Padova. Ho cercato, in seguito, di darmi una formazione solida come attore, seguendo maestri come Eimuntas Nekrosius, Carlos Alsina, e Cesar Brie, ma – soprattutto – lavorando il più possibile. Gigi Dall’aglio mi ha dato gli elementi base di regia e mi ha permesso di collaborare con lui come assistente, introducendomi al mestiere in produzioni di Shakespeare e in un memorabile Pirandello in cui recitò Corrado Pani.
Ho composto il racconto teatrale: “Eroi” , finalista al Premio Off del teatro Stabile del Veneto, con il supporto di Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini, che si avvicina alla sua replica numero 1000. Seguito, nella trilogia della guerra da: “Trincee: risveglio di primavera” (2015). Attualmente sto lavorando a: “Mio padre: appunti sulla guerra civile”, destinato a chiudere – con la seconda guerra mondiale – la mia riflessione sulla violenza organizzata e l’epica.
Ho debuttato nella drammaturgia (e debuttata a marzo del 2013 prodotta da Pantakin) con “Villan People”. Ho composto un testo sugli italiani in Somalia nel 1993: “Check Point Pasta”, finalista al premio CENDIC 2018, e appena trovo i soldi, lo metterò in scena.Per il cinema, ho iniziato recitando la parte di Sandro, nel pluripremiato film: “Io sono Li” di Andrea Segre (e in un cameo anche ne: “La prima neve” ), per Carlo Mazzacurati ho recitato la parte del Tappezziere ne: “La sedia della felicità”.
Ho indossato i panni del vigile Sorelli in “Leoni” del regista Pietro Parolin, prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia. Sono stato anche il corrotto Onorevole Mergio in “Suburra”, con la regia di Sergio Sollima, e il bamboccione Paolo ne “Il colore nascosto delle cose” , di Silvio Soldini. Ho appena finito di girare “Arrivano i prof”, con la regia di Ivan Silvestrini.
Per la Rai, ho interpretato il Direttore de L’Europeo ne: “L’Oriana”, regia di Marco Turco, e il pavido dott. Brera in Grand Hotel, regia Luca Ribuoli, poi, ho lavorato in Non Uccidere 2, Don Matteo, e A un passo dal Cielo. ho vestito i panni anni ’50 del Ragionier Galli ne Il paradiso delle signore, prima e seconda stagione.
Anna Cereseto
Una carriera scientifica trascorsa a studiare come alcuni virus raggiungono il DNA cellulare per prendere il comando delle cellule stesse e come queste proprietà di “dirottatori” cellulari possano essere utilizzate proprio per curare errori genetici. Una passione per il DNA e l’ingegneria genetica emersa da giovanissima. Nata a Milano da famiglia Genovese. Infanzia trascorsa in giro per il mondo per seguire il lavoro di mio papà: Iran ed Egitto ancora nel mio cuore. Studi scientifici in Biologia terminati all’Università di Genova dove mi laureo con una tesi sullo studio molecolare di una malattia genetica: la Distrofia Muscolare di Duchenne. Terminati gli studi mi trasferisco subito negli Stati Uniti al National Institute of Health, Bethesda, nel laboratorio di Robert Gallo fucina di studio di HIV-1 dove ho occasione di studiare l’interazione molecolare dei retrovirus con il nucleo della cellula ospite. Dopo i primi 7 anni a Bethesda mi trasferisco a New York alla Cornell University e al Mount Sinai School of Medicine dove ho fatto i primi passi nel mondo della Terapia Genica per scoprire che una delle più potenti armi per la cura di malattie genetiche sono proprio i virus con il loro potere di portare materiale genetico all’interno di cellule. Dopo circa 10 anni rientro in Italia richiamata dall’inguaribile passione per il mio paese e per la voglia di accogliere la sfida di partecipare alla progressione della ricerca italiana insieme a tanti validi ricercatori italiani. Rientro all’ Istituto Superiore di Sanità a Roma per trasferirmi dopo un anno all’ International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste, seguito da circa 7 anni alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ultimo trasferimento, ma non credo ultimo nella mia vita di ricercatrice, è stato il trasferimento all’Università di Trento dove attualmente sono Group Leader del laboratorio di Virologia Molecolare, Docente di Virologia Molecolare e terapia Genica per il Corso di laurea in Biotecnologie e Coordinatrice del Programma di Dottorato in Scienze Biomolecolari. Attualmente guido un fantastico gruppo di ricerca che massimizzano l’unione delle mie anime di virologa molecolare, biologa molecolare per l’ingegnerizzazione del DNA e la terapia genica. Lo scopo della nostra ricerca è di avanzare le biotecnologie per la cura di difetti genetici. Tanti nuovi progetti in Italia e nel mondo.
Fabio Innocenzi
Nascere nel 1961 a Verona in una famiglia borghese (papà Notaio e mamma insegnante) significa avere un avere un inizio “più facile” di tante altre persone nate in anni, luoghi, situazioni familiari più complicate.
Sono entrato al Liceo a metà degli anni 70’ quando la scontro politico era degenerato dopo gli anni dei grandi ideali. Giocavo a Basket, con tanta passione e poco talento. Ho fatto l’università Bocconi in un clima completamente diverso: passate le passioni politiche la meritocrazia era tornata insieme all’ottimismo dei primi anni ’80.
Poi sono entrato in Banca, al Credito Italiano, nell’ufficio studi. Non sapevo bene che cosa fosse una banca ma mi piaceva la ricerca. Non avrei mai pensato di passare tutta la mia vita professionale nel mondo finanziario. Ho avuto la fortuna di trovare un capo che ha deciso di investire su di me mandandomi 1 anno in giro per il mondo a imperare il mestiere della gestione del denaro. Da lì è iniziata una storia professionale che mi ha portato a guidare società in Irlanda e in America (Pioneer Investment) nel cuore di un mondo del lavoro del tutto diverso dal nostro. Poi mi ha fatto trasferire inaspettatamente da Boston alla mia città (Verona) per guidare la Banca Popolare e farla crescere da banca regionale a nazionale. Poi Padova, in Intesa. Ed infine sono entrato nel gruppo UBS dove mi occupo di Italia e Spagna scoprendo che cosa sia un gruppo internazionale nel quale si incrociano culture e storie da tutti gli angoli del mondo . Ho avuto la fortuna di vivere in città diverse (Verona, Boston, Dublino, Milano) ed ho avuto la sfortuna di avere a che fare con truffatori che hanno usato la banca per i propri fini e mi hanno fatto vivere personalmente i tormenti e i paradossi della giustizia in Italia. Proprio per questo ho raccolto la mia vita in un libro (Sabbie Mobili) che ha alzato il velo su come funzionano le banche, nel bene e nel male.
Non c’è solo finanza, ovviamente, nella mia vita. C'è soprattutto una famiglia che ha girato il mondo con me fatta da mia moglie Elena, dai miei figlio Dario e Pietro e, da un paio d’anni, da Eva (una vivacissima bracco) e Noè (gattino British). Infine, nel tempo libero, c’e la bicicletta da corsa e la piacevolissima fatica degli ottomila km all’anno fatti con il mio gruppo di amici.
Luca Sorriso Valvo
Ricercatore presso l’Istituto Nanotec del CNR di Rende, da più di venti anni si occupa di fisica dello spazio interplanetario, e da circa dieci anni anche di progettazione di missioni spaziali volte ad approfondirne lo studio.
Ha lavorato presso lo Space Sciences Laboratory di Berkeley e l’Università della Calabria, dove ha insegnato per oltre dieci anni. Invitato in qualità di professore presso il Politecnico di Catalunya a Barcellona, ha svolto ricerca anche in diversi istituti europei, tra cui Nizza, Parigi, Londra, Torino e Roma.
Ha coordinato diversi progetti europei e nazionali, e per l’Agenzia Spaziale Europea è stato consulente per lo studio di fattibilità di missioni spaziali e istruttore di astronauti.
Il suo amore per la scienza si è sempre accompagnato alla passione per la divulgazione scientifica: per molti anni ha promosso la cultura scientifica e astronomica nel territorio calabrese fondando il Gruppo Astrofili Menkalinan dell’Università della Calabria, e organizzando seminari, serate osservative, mostre ed eventi a carattere scientifico in piazze e scuole.
Oltre allo spazio interplanetario, Luca ha esplorato anche il panorama musicale e la cultura in generale: per 13 anni è stato autore e speaker radiofonico su radio indipendenti di Cosenza, Barcellona e San Francisco.
Nell’ultimo anno, il suo interesse per la salvaguardia dell’ambiente e per la necessità di regolamentazione dell’uso dello spazio e degli ecosistemi spaziali, l’ha spinto ad aderire al progetto “nazione spaziale” Asgardia, all’inizio per gioco, e poi candidandosi per il primo Parlamento, risultando eletto nel distretto di lingua Italiana. A fine primavera sarà previsto l’insediamento, e la definizione del ruolo e del funzionamento di questo primo avventuroso esperimento di colonizzazione dello spazio.
Luigi Gallimberti
Luigi Gallimberti ha dedicato gran parte della sua carriera ad approfondire la natura del rapporto esistente tra cervello e mente nel campo delle addiction. Medico psichiatra, tossicologo clinico, psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico, ha lavorato intensamente sia in campo clinico sia di ricerca. Da sempre convinto che l’addiction fosse originata da una disfunzione cerebrale e da una mentale, ha cercato di abbinare terapia farmacologica e trattamento psicoterapico ritenendo che in questo modo il paziente avrebbe ottenuto risultati migliori. A tale scopo, con il Prof. Gianluigi Gessa, ha scoperto una nuova applicazione di un farmaco, il GHB, che ha dimostrato la fondatezza della sua ipotesi.
La vera “rivoluzione” è avvenuta in anni recenti con un’altra importante scoperta che consiste nell’utilizzo della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva nel trattamento della dipendenza da cocaina. Ha sviluppato tale scoperta partendo dagli studi di Karl Deisserroth e Antonello Bonci replicando con successo sugli umani quello che, scientificamente, era stato già sperimentato nei ratti.
Dal 2015 al 2018 il team di Gallimberti ha trattato oltre 500 pazienti dipendenti da cocaina. I risultati ottenuti hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica e, in particolare, nel 2017, al lavoro del team, sono state dedicate le copertine di “National Geographic Magazine” e “Science”. Ad oggi altri lavori di ricerca sono in fase di pubblicazione su autorevoli riviste scientifiche, sia neurobiologiche sia psicoanalitiche.
Entro la fine del 2018 sarà pubblicato, assieme ad Antonello Bonci, “La fabbrica della Luce” un libro che racconta ed illustra un’affascinante scoperta.
Nell’aprile 2018 a Torino si incontreranno i maggiori esperti, che utilizzano la rTMS nel campo del trattamento delle addiction, provenienti da varie parti del mondo per confrontarsi in merito alle più recenti esperienze e alle future applicazioni in questo campo.
Manuela Di Centa
Manuela di Centa è campionessa olimpica e dirigente sportiva. Oggi è Membro Onorario del CIO ed è stata prima atleta e donna italiana a ricoprire questa carica dirigenziale internazionale. Ai XVII Giochi olimpici invernali di Lillehammer 1994 vinse una medaglia in ognuna delle gare di sci di fondo in programma. Si è dedicata anche alla politica ed è stata eletta alla Camera dei Deputati del Parlamento Italiano per due legislature. È conduttrice televisiva e scrittrice ed è stata la prima donna Italiana a raggiungere la vetta Dell’Everest nel 2003.
Risultati sportivi:
7 Medaglie Olimpiche;
7 Medaglie Mondiali;
1 Medaglia Argento Campionati Mondiali Juniores;
22 Titoli Italiani Assoluti;
3 Medaglie Mondiali di Corsa in Montagna;
1 Medaglia di Bronzo ai Giochi della Gioventù
2 Coppe del Mondo Generali
Marco Buttu
Marco Buttu lavora per l’Istituto Nazionale di Astrofisica, occupandosi dello sviluppo del software di controllo del Sardinia Radio Telescope, il più grande radio telescopio italiano, nonché il più moderno in Europa. A novembre del 2017 è partito per l’Antartide, per conto del PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide), e là resterà per circa un anno, assieme a 12 compagni d’avventura. Per 9 mesi saranno isolati e irraggiungibili, senza possibilità di evacuazione. Vivranno nell’altopiano, in un ambiente extraterrestre, con temperature che scenderanno sotto i -80 °C, buio per quasi 4 mesi, carenza di ossigeno e aria secca. E’ un posto ideale per simulare una missione spaziale, ed infatti tra i 13 membri dell’equipaggio c’è un medico dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) che compie sul team degli studi di biologia umana.
Marco Sanavio
rete della Chiesa di Padova dal ’96, ha inizato ad occuparsi a partire dal 2000 -anno in cui ha dato vita al sito giovani.org per la Giornata mondiale dei giovani di Tor Vergata- di intrecci tra infosfera, spiritualità, etica, pastorale e formazione dei più giovani all’uso critico degli schermi digitali. Su quest’ultima tematica ha dato vita al libro “Generazioni digitali” insieme alla psicologa e psicoterapeuta Luce M. Busetto inventando un metodo formativo in quattro step per la prevenzione del cyberbullismo.Ha creato la campagna multicanale “Un attimo di pace” basata sulla Sacra Scrittura esportando esperimenti di cucina biblica a Londra e New York.
Giornalista pubblicista, blogger per Famiglia Cristiana scrive per quotidiani e riviste a tiratura nazionale. Ha all’attivo alcuni saggi nell’ambito del cinema e degli schermi digitali. Ha collaborato come autore televisivo a programmi nazionali su temi legati all’infosfera.
Dal 2001 al 2005 ha partecipato come esperto del web alla Consulta nazionale di pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana e nello stesso periodo ha fatto parte dell’Osservatorio sul fenomeno del bullismo promosso dall’Ufficio scolastico regionale veneto. Nel novembre 2017 è stato tra i 150 partecipanti al “Child dignity in the digital world”, convegno internazionale sulla protezione dei minori in Rete che ha originato la “Dichiarazione di Roma”, consegnata contestualmente nelle mani del papa. Nello stesso mese ha contribuito alla nascita di “Ethical Brainframe” uno schema di riferimento etico per le mediazioni elettroniche ed è tra gli estensori della Dichiarazione etica di Padova, pubblicata nel maggio 2018.
Fa parte del Consiglio direttivo dell’associazione nazionale Webcattolici.
Piero Martin
Piero Martin è un fisico sperimentale che insegna, ricerca e racconta.
Insegna all’Università di Padova, dove anche ricerca – insieme ai colleghi del consorzio RFX – come riprodurre un pezzo di sole in laboratorio studiando la fusione termonucleare controllata quale sorgente di energia elettrica pulita, libera da CO2 ed illimitata.
Selezionato come “Fellow” dell’American Physical Society, autore di oltre 120 articoli scientifici su riviste internazionali, è stato responsabile scientifico di grandi imprese di ricerca, come l’esperimento RFX a Padova e la Task Force Europea “Eurofusion Medium Size Tokamak”, cui afferiscono circa 300 ricercatori, presso il Max Planck Institut di Garching bei Muenchen e l’EPFL di Losanna. Dal 2017 è membro dell’”executive board” di DTT, il nuovo esperimento di fusione che sarà uno dei più grandi al mondo.
Accompagna la ricerca con la divulgazione, raccontando la scienza alla radio, in televisione, sui giornali e in numerosi eventi pubblici. Ha scritto libri sull’atomo (“L’era dell’atomo” per Il Mulino, con Alessandra Viola) e sullo zero, il vuoto e il nulla (“Zerologia”, con i compagni di liceo Claudio Bartocci, matenatico, e Andrea Tagliapietra, filosofo, per Il Mulino). Di recente, di nuovo con Alessandra Viola, si è cimentato nella divulgazione di un tema inusuale, ma attualissimo: i rifiuti. Il progetto ha prodotto il libro “Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti” (Codice edizioni), che è stato selezionato tra i 5 finalisti del Premio Galileo per la divulgazione scientifica 2018.
Umberto Pelizzari
Classe 1965, stabilisce il suo primo record mondiale di apnea profonda in assetto costante il 10 novembre del 1990, a Porto Azzurro, Isola d’Elba: toccando la quota di -65 metri e battendo di 3 metri il limite stabilito da Pipin Ferreras appena due mesi prima. Questa data costituirà l’inizio di una sfida “all’ultimo respiro” tra questi due atleti che monopolizzeranno il mondo dell’apnea per i successivi 15 anni. Il 3 novembre del 2001, nelle acque di Capri, conquista il nuovo primato mondiale di apnea in assetto variabile regolamentato con -131 metri. Dal 2006 è docente presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, al Master di Medicina Subacquea ed Iperbarica, e al master in medicina subacquea ed iperbarica del Consorzio Universitario di Trapani, polo dell’Università di Palermo. «Spesso mi chiedono cosa c’è da vedere laggiù. Forse l’unica risposta possibile è che non si scende in apnea per vedere, ma per guardarsi dentro. Negli abissi cerco il mio io. È un’esperienza mistica, ai confini col divino. Sono immensamente solo con me stesso, ma è come se mi portassi dentro tutta l’essenza dell’umanità. È il mio essere umano che supera il limite, che si cerca fondendosi col mare, che si immerge in se stesso e si ritrova».
Walter Gasparetto
Walter ha conseguito la laurea in Ingegneria Meccatronica presso l’università di Trento. Durante gli studi specialistici ha svolto la tesi presso l’istituto Fraunhofer Italia di Bolzano focalizzandosi sul tema Industria 4.0 e sviluppando conseguentemente un prototipo nell’ambito di un Cyber Physical Production System.
Attualmente lavora presso Fraunhofer Italia nel team Automation and Mechatronics Engineering con sede presso il nuovo NOI techpark di Bolzano, specializzandosi nell’applicazione pratica dei temi dell’industria 4.0 ed in particolare nella robotica collaborativa e intelligenza artificiale. Grande appassionato del mondo Maker, impiega il suo tempo libero nella programmazione di microcontrollori e nella robotica amatoriale.